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Diocleziano Toia 11° AL FARAONI 2012

Appena fuori dai primi dieci, undicesimo, un personaggio ormai caratteristico del rally nonostante sia alla seconda partecipazione al Faraoni: Diocleziano Toia, "pompato" dalla comunicazione come Pilota ufficiale Beta DIRT Racing e in corsa con una Beta 450. In realtà le cose stanno in modo più semplice. Toia, che ha un fantastico maschietto biondissimo che ha inziato a visitare i paddock con il padre e la madre da poco più di un anno, è un marcantonio di quarant'anni quasi esatti, tatuato che pare completamente rivestito di seta indiana, ed è un caso "classico".
«È la passione, come sempre, che ti fa fare queste cose. Nella vita "normale" sono molto più vicino ai cavalli che alla moto. Li trasporto con la mia ditta, e ci ho anche corso. Nei primi anni duemila ho provato a fare un po' di Supermoto, e solo un paio di anni fa i sono avvicinato al fuoristrada dalla porta principale».
Come mai proprio cominciando dai Rally?
«Lo dico con una punta di rispetto: per la velocità. I Rally sono tra le gare più veloci, ed a me piace molto la velocità. Mi sarebbe piaciuto, proprio qui in Egitto dove è ancora concesso, correre con una delle mitiche 690, quelle che hanno segnato oltre dieci anni di storia della specialità. Ma non è solo questo. L'anno scorso ho provato, ed ho scoperto un'atmosfera straordinaria».
Consapevole del rischio, e dunque come te la cavi?
«Mordendo il freno, come nel mio mestiere. Capisco che la principale condizione per iniziare ad andare forte è l'esperienza. Bisogna imparare ad interpretare il terreno, saper immaginare correttamente quello che ti può aspettare oltre una duna, "indiziare" anche le più piccole sfumature di colore del terreno per capire se è duro o se nasconde l'insidia della sabbia molle o del fesh-fesh. Ho corso solo qui e in Sardegna, e mi accorgo devo fare ancora molta strada. Per il momento, comunque, il mio Rally sta andando benone».
Intendi continuare?
«Certamente. È difficile staccarsi, una volta conosciuta, dall'atmosfera del bivacco e dai paesaggi che sono il teatro di queste corse. È bello, inoltre, essere tutti insieme, amatori e professionisti, Campioni e "piloti" senza particolari ambizioni. Certamente per continuare intendo anche averne le possibilità. Correre i Rally è piuttosto costoso, e bisogna sempre fare i conti con la vita di tutti i giorni, quella che ti permette di guadagnarti il "pass" per le corse».
FONTE MXMOTOSPRINT

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